Implementation of “The Role of Propaganda in Art History”(SoI-IT-484)

La presente storia di implementazione riguarda lo scenario  “The Role of Propaganda in Art History” (EN-CUR-755) che sarà utilizzato per sviluppare un discorso complementare a quello proposto dall’autore. Dalla riflessione in classe sul tema proposto da Ivan Hajek, ovvero quanto fondamentale sia nella storia delle civiltà il ruolo delle arti nel veicolare contenuti politici, intendo soffermarmi sull’opera di Lanzinger, The Bannermann, 1936, utilizzata da Hajek nel suo scenario, per avviare l’attività. 

In particolare, intendo proporre alle studentesse e agli studenti un duplice approfondimento: da un lato indagare lo stretto rapporto tra propaganda politica e arte che infervorò i nazisti a partire proprio da Hitler, dall’altro gettare luce su quella sorta di “resistenza culturale” che intellettuali e partigiani elaborarono in difesa del patrimonio culturale europeo che, senza scrupoli, fu usato e abusato dai nazisti. Sono, infatti, ben note le razzie operate dai Nazisti in tutta Europa:  ancora migliaia le opere disperse nel mondo, alcune riapparse fortunosamente oppure finite sul mercato delle aste. L’attività è stata svolta nell’ambito del percorso di Educazione Civica (nucleo concettuale Cittadinanza e Costituzione) progettato per una classe quinta del Liceo linguistico. Il macro obiettivo è stato quello di promuovere nei giovani la consapevolezza del profondo valore identitario del patrimonio culturale e arrivare ad una lettura critica dell’Articolo 9 della Costituzione Italiana.  Capire, insieme, quali furono le ragioni profonde e lungimiranti che spinsero i Padri Costituenti a dedicare uno dei Principi Fondamentali della carta costituzionale proprio alla cultura e al patrimonio. E, dunque, spingere i ragazzi a diventare moderni “monuments girls and boys”.

Fasi dell’implementazione

L’attività si suddivide in varie fasi:

Brainstorming 

La classe riflette sul ruolo della propaganda politica tramite le opere arte attraverso gli esempi proposti dallo scenario “The Role of Propaganda in Art History” (EN-CUR-755).  In particolare è stato svolto un focus sull’opera di Lanzinger, The Bannermann, 1936  (dallo scenario 755). L’opera è stata realizzata dal pittore Tirolese Hubert Lanzinger e rappresenta un ritratto idealizzato di Hitler che ebbe grande fortuna nell’ascesa della politica nazionalsocialista. L’opera aveva un secondo titolo: Il protettore dell’arte tedesca? viene chiesto agli studenti perché aveva questo titolo.

Il rapporto dei Nazisti con l’arte

Dalla riflessione collettiva su Lanzinger, The Bannermann, 1936 introduco il tema dell’attività con la domanda: quale rapporto con l’arte ebbero i Nazisti? Hitler era un grande appassionato d’arte e come scrisse nel Mein Kampf avrebbe voluto diventare un pittore famoso nonostante la bocciatura all’Accademia delle Belle Arti di Vienna. Dipinse centinaia di opere, anche acquerelli e cartoline. Inoltre, lui riteneva l’arte greca e romana come espressione della razza ariana libere da contaminazioni ebraiche. Al contrario l’arte delle avanguardie era considerata un attacco ebraico allo spirito tedesco. Infatti, nel  1933, usò il suo potere per imporre la sua personale concezione artistica.

In questa fase dell’attività ho utilizzato per supportare la presentazione delle attività  queste immagini 

  1.  Haus der Deutschen Kunst e Grande esposizione di Arte tedesca Vs. Entertete Kunst 1937 Nel luglio 1937 a Monaco furono inaugurate due mostre sponsorizzate dal regime, una dedicata all’arte degenerata Entertete Kunst, l’atra dedicata alla Grande Mostra di Arte tedesca, allestita presso la sontuosa “Casa dell’arte tedesca”, dove erano esposte opere di artisti riconosciuti ufficialmente. Dopo la mostra, Hitler decise di avviare il progetto di costruzione del Fürher Museum, una struttura ambiziosa in cui avrebbe convogliato le centinaia di opere provenienti dalle razzie naziste in tutta Europa. Il Museo non fu mai costruito.  
  2. Adolf Hitler (Porträtkopf) Centrale nell’arte nazista è la produzione di ritratti scultorei e busti del Führer. Emblematica in tal senso la produzione di Arno Breker, artista ufficiale del Terzo Reich. 
  3. Hitler e il suo braccio destro Göring  si fecero promotori di una razzia senza eguali di opere d’arte in tutta Europa, prima l’Austria, poi i Paesi Bassi, Francia, Italia. Soltanto Göring ebbe una collezione di circa 1800 opere come la Schlafende Venus.
  4. Monuments Men, Per arginare questo fenomeno, nacque il corpo di 345 esperti, studiosi d’arte che lavorarono al recupero delle opere trafugate dai nazisti.  Roosevelt inviò un corpo speciale di soldati nell’Europa nazista perché tra  il 1943 e il 1945 recuperassero i capolavori perduti di Leonardo, Donatello, van Heyck. Per esempio proprio il monumentale polittico del  Polittico dell’Agnello Mistico di Gand  di Hubert e Jan van Heiyck fu ritrovato nelle miniere di Altaussee dove i nazisti lo avevano nascosto tra centinaia di altre opere. Celebre in tal senso anche la vicenda della Dama con l’Ermellino di Leonardo da Vinci. Tra i protagonisti di questa resistenza culturale c’è Fernanda Wittgens , storica dell’arte e prima donna Direttrice della Pinacoteca di Brera a Milano che si adoperò per salvare il patrimonio milanese sia dalle razzie che dai bombardamenti. 
Docente e studenti al alvoro su Europeana

 Come testimonianza video di queste vicende, ho proposto la visione del video Il ritorno del Discobolo in Italia (da Youtube). 

Monuments girls and boys

I ragazzi, suddivisi a coppie, devono trasformarsi in “monuments girls and boys” ed esplorare il web alla ricerca di risorse, preferibilmente in pubblico dominio che possano essere utilizzate per creare una galleria di immagini interattive con Genially in cui presentare il tema affrontato. Ogni coppia deve scegliere un’opera d’arte trafugata durante la seconda guerra mondiale ad opera dei nazisti o fascisti ed elaborare una breve presentazione in cui presentare l’opera e la storia del suo trafugamento quindi esporre la propria riflessione sul ruolo storico avuto dai Monuments Men e sul valore del patrimonio culturale come presupposto di identità e dignità umane. Gli studenti saranno chiamati ad una riflessione finale sul valore dell’Art.9 della Costituzione al tempo della sua promulgazione e oggi, cercando di rispondere alle domande: l’Art. 9 è oggi ancora attuale? Ha senso, oggi, diventare Monuments Men and girls?

Monuments girls and boys al lavoro.

I Risultati

L’utilizzo delle risorse di Europeana e l’implementazione dello scenario “The Role of Propaganda in Art History” (EN-CUR-755) mi hanno permesso di potenziare le mie competenze nella progettazione didattica. In particolare, è stata molto utile e stimolante la ricchezza di materiali a disposizione che ho integrato con altre risorse web per creare un’attività di forte impatto sugli studenti. Inoltre, ho potuto comprendere pienamente il valore strategico di Europeana e Teaching with Europeana che, attraverso la pubblicazione delle diverse risorse digitali, rendono concretamente possibile la condivisione di idee, progetti e materiali favorendo gli scambi culturali su scala Europea. Anche per gli studenti che non conoscevano tali strumenti è stato possibile avviare un percorso di maggiore consapevolezza delle risorse web.

Link to the learning scenario implemented: The Role of Propaganda in Art History” (EN-CUR-755)

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CC BY-SA 3.0: the featured image used to illustrate this article has been found on Europeana and has been provided by the Europeana 1914-1918.

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